Sin dalla sua tesi di dottorato Jean Paul Fitoussi ha indagato il fenomeno della disoccupazione nella sua doppia natura di variabile macroeconomica e di fenomeno sociale che ha ripercussioni sulla vita quotidiana di milioni di persone (non soltanto giovani).
Perché il numero di disoccupati aumenta nonostante ci siano molti posti di lavoro vacanti? Cosa impedisce a domanda e offerta di lavoro di incontrarsi? Da lungo tempo questi interrogativi stimolano le riflessioni di Jean Paul Fitoussi e di altri eminenti studiosi che l’economista francese coordina all’interno del gruppo di ricerca LIGEP (Luiss International Group on Economic Policy) all’Università LUISS Guido Carli di Roma. Tra questi figurano anche Edmund Phelps, con cui Fitoussi ha collaborato per oltre dieci anni, e Christopher Pisarrides, vincitori del Premio Nobel per l’Economia rispettivamente nel 2006 e nel 2010.
Nella congiuntura attuale, caratterizzata da una forte turbolenza dei mercati, l’Europa – afferma Fitoussi – si è concentrata sul controllo e sulla riduzione del debito pubblico dei singoli Stati membri relegando in secondo piano la questione della disoccupazione, che per l’economista rappresenta invece il problema più importante, «anche se non se ne parla ancora in questi termini».