A come Accesso, B come Buona amministrazione, C come Capitale umano. Nelle linee programmatiche, illustrate in Parlamento il 9 marzo 2021, in qualità di ministro per la Pubblica amministrazione, avevo anticipato il nuovo “alfabeto” alla base della riforma contenuta nel Pnrr. Un ABC, funzionale alla realizzazione della D di Digitalizzazione, articolato in 11 milestone e 5 target per un ammontare complessivo di risorse pari a 1.268.900.000 euro. La scommessa, duplice, era chiara sin dall’inizio: cambiare la PA non attraverso un’unica grande riforma di difficile attuazione, bensì procedendo per cambiamenti dirompenti, attraverso un mix di interventi normativi e di indirizzo, organizzativi e contrattuali, e una vera politica di accompagnamento; affiancare alle leggi e alle tecnologie l’investimento sulle persone e sulle competenze, poste al centro della transizione amministrativa, premessa indispensabile per le transizioni digitale ed ecologica.
Come ha dichiarato lo scorso 7 dicembre la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione del 120° anniversario dell’Università Bocconi, “Oltre a realizzare investimenti senza precedenti, NextGenerationEU ha anche promosso alcune riforme fondamentali che gli italiani attendevano da decenni, tra cui quella della pubblica amministrazione. Ma anche riforme volte a ridurre i ritardi di pagamento e la burocrazia per le piccole imprese o ad accelerare le procedure nel campo delle energie rinnovabili”.
L’obiettivo che mi ero prefissato era di arrivare al 2026 con una PA dotata delle giuste competenze, digitalizzata, dotata di piani formativi per accompagnare i dipendenti pubblici durante l’intero ciclo di vita professionale, basata sul merito, organizzata secondo procedure trasparenti e tracciabili, attenta ai bisogni degli utenti, capace di aumentare il livello di soddisfazione di cittadini e imprese. In breve, per citare Albert Hirschman (1970), una Pubblica amministrazione in cui “voice”, “exit” e “loyalty” funzionino davvero come regolatori segnaletici sostitutivi, nel settore pubblico, del sistema dei prezzi o della trasparenza e dell’efficienza del mercato del lavoro privato.
Prof. Renato Brunetta
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