In uno scenario in cui la medicina continua a evolvere e a risolvere problematiche sempre più gravi, a volte ci si dimentica di occuparsi della persona che sta affrontando la malattia. E quando non è possibile migliorare le condizioni di vita della persona che sta soffrendo, è forse possibile accompagnarla verso il suo fine vita.
Le cure palliative – ad oggi uno strumento ancora poco utilizzato – possono diventare un bagaglio utile per tutti i medici. È per questo che Spinsanti parla di morte “graziosa”, facendo riferimento alle divinità che la mitologia greca ha posto a tutela della bellezza. Il percorso che accosta il senso della buona morte alle Grazie si rivela produttivo se ci si lascia guidare dai nomi delle tre Grazie e dai loro significati: Eufrosine/Saggezza, Aglaia/Serenità e Talia/Pienezza. In questa prospettiva, la proattività dell’individuo che ha riflettuto sulla propria situazione e la capacità di ascolto emozionale dei medici possono aiutare la persona che sta morendo ad affrontare l’ultimo tratto dell’esistenza con uno stato d’animo più equilibrato e sereno.